Antracnosi del platano Apiognomonia platani
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Agente

Apiognomonia platani  (Sacc. & Speg.) v. Höhn.

Ospiti

Platano.

Distribuzione ed epidemiologia

Ubiquitario, diffuso in tutta la penisola negli ultimi quarant’anni. Platanus occidentalis risulta essere la specie più sensibile al patogeno, seguita da Platanus orientalis; Platanus acerifolia ha comportamento molto variabile. Le infezioni in primavera sono favorite da temperature intorno ai 15-18 °C e regimi piovoso; il patogeno sfrutta le correnti aeree, gli schizzi d’acqua ed alcuni insetti (Corythuca sp.) per la diffusione nell’ambiente.

Sintomatologia

Necrosi brune della lamina fogliare, in particolar modo ai margini delle nervature, alla fine dell’inverno/inizio della primavera, seguita, nei casi più gravi, dal disseccamento dei germogli o dei giovani rametti; successivamente si nota il disseccamento generalizzato della chioma, con la morte dei rametti e le foglie che ne rimangono attaccate. Durante l’estate l’azione del patogeno si arresta e le piante possono riprendere la normale vegetazione: si formano perciò le così dette “zampe di gallina”, costituite dalla numerose formazioni di scopazzi alle estremità delle branche. Particolarmente dannoso sulle alberature ornamentali.

Indicazioni di lotta

Interventi di lotta selvicolturale tra cui le potature della chioma infetta, seguite dalla disinfezione e protezione delle ferite da taglio, e l’eliminazione dei residui vegetali nel suolo. In ambiente di vivaio è possibile agire preventivamente e nel tentativo di contenere l’infezione, con interventi all’apertura delle gemme, a base di prodotti ditiocarbammati e benzimidazolici, o rameici in autunno in caso di attacchi intensi. Possibile utilizzo delle tecniche di endoterapia su alberi monumentali e di particolare importanza storico-paesaggistica.

Foglia di platano con sintomo tipico dell’antracnosi. (foto DiBA-Sez.Pat. veg., Unifi).