Melampsorella caryophyllacearum (DC.) J.Schrü
Abete bianco.
Scopazzi su fuso di abete bianco (foto DiBA-Sez.Pat. veg., Unifi).
Molto ubiquitario, forte presenza nella zona orientale della penisola, con lieve incidenza in Calabria; particolarmente virulento nelle zone alpine con regimi pluviometrici di elevata piovosità, in special modo in stazioni con orientamento Nord-Sud. Le epidemie più intense si verificano nei fondovalle ovvero nelle zone dove vi è ristagno di umidità atmosferica e del suolo, sia sulle piante adulte, ma soprattutto sulla rinnovazione sia spontanea che artificiale.
Causa di ruggine sull’apparato fogliare. Il fungo può essere riscontrato su diversi ospiti, a seconda della fase del ciclo biologico (fungo eteroico): le manifestazioni più interessanti si hanno in primavera sull’abete bianco e consistono nell’ingrossamento di un breve tratto di giovani rami o anche della parte del fusto adiacente, dal quale poi si generano getti anomali (scopazzi) riconoscibili da corti internodi e aghi giallastri e tozzi; nel caso di infezioni di elevata intensità sul fusto compaiono caratteristici ingrossamenti iperplastici. L’infezione secondaria si può osservare invece a fine estate sulle foglie basali delle piante appartenenti alla famiglia delle Caryophillaceae.
Attualmente assenti possibilità di lotta diretta, se non l’eliminazione dei rami e del novellame con gli scopazzi prima che l’infezione passi al tronco. In ambiente urbano, pur essendo un patogeno di scarsa importanza, è indicata l’eliminazione degli ospiti intermedi nei dintorni degli abeti.
Sintomo da M. caryophyllacearum su fusto di pianta adulta (foto Luca Poli).
Stellaria nemorum (Caryophillaceae), ospite intermedio della ruggine dell’abete bianco(foto DiBA-Sez.Pat. veg., Unifi).